Giacomo Leopardi
Giacomo Leopardi nasce il 29 giugno del 1798 a Recanati ed è uno dei maggiori poeti italiani dell’Ottocento. Spesso è conosciuto per i suoi grandi scritti come l’Infinito, A Silvia ma scrisse grandi opere importanti come lo Zimbaldone, una raccolta di 4526 pagine autografe compilate dal luglio 1817 al dicembre 1832, nelle quali Leopardi depositò ragionamenti e brevi scritti sugli argomenti più vari. Ancora, possiamo citare le Operette morali, oggi considerate la più alta espressione del pensiero leopardiano, le quali racchiudono l’essenza del pessimismo del poeta. Furono definite dallo stesso poeta come un <<libro di sogni poetici, d’invenzione e di capricci malinconici>> o ancora come <<quel tuono ironico che regna in esse>>.
Possiamo citare anche i Canti che racchiudono trentasei liriche composte da Leopardi tra il 1817 e il 1836 in cui troviamo Sopra il monumento di Dante, Il passero solitario, Alla luna, A Silvia, l’Ultimo canto di Saffo, L’infinito.
Lo sapevi che…
– Il suo vero nome era Giacomo Taldegardo Francesco di Sales Saverio Pietro;
– Fin da piccolo Leopardi era così affamato di conoscenza che imparò da autodidatta il greco antico, l’ebraico e l’aramaico antico con l’aiuto di una Bibbia poliglotta in biblioteca;
– Sappiamo che Giacomo Leopardi era molto trascurato nel vestire, i suoi abiti puzzavano sempre di tabacco. Pare che la repulsione per le forme del suo corpo fosse tale da impedirgli anche di lavarsi: i suoi indumenti intimi richiedevano un lavaggio preventivo in casa prima di affidarli alla lavandaia, che diversamente non li avrebbe accettati. D’altronde il suo aspetto fisico non gli impediva una certa autostima in quanto Leopardi egli era pieno di sé e lo manifestava in pubblico, disprezzando spesso chi lo circondava e attirandosi antipatie.
– Leopardi, inoltre, soffriva di una malattia ancora sconosciuta per l’epoca: la tubercolosi ossea, anche detta “Morbo di Pott”. La malattia gli aveva causato problemi di respirazione ed una forte ipersensibilità alla luce, che lo costringeva a ridurre il tempo passato all’aperto nelle ore diurne.
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