Gli anni
- La città nemica
Quando ripeto le strade
Che mi videro confidente,
Strade e mura della città nemica;E il sole si distrugge
Lungo le torri della città nemica
Verso la notte d’ansia;Quando nei volti vili della città nemica
Leggo la morte seconda,
E tutto, anche ricordare, è invano;E «Tu chi sei?», mi dicono, «Tutto è inutile sempre»,
Tutte le pietre della città nemica,
Le pietre e il popolo della città nemica,Fossi allora così dentro l’arca di sasso
D’una tua chiesa, in silenzio,
E non soffrire questa luce duraDove cammino con un pugnale nel cuore.
- Quando
Quando dalla vergogna e dall’orgoglio
Avremo lavato queste nostre parole.
Quando ci fiorirà nella luce del sole
Quel passo che in sogno si sogna.
- Oscuramento
Sotto le coppe viola delle lampade
Colme di condanna va una folla di schiaviDove rosi per loro d’odio e d’amore
Noi due passiamo con la fronte alta.
- Se sperando
Se, sperando con te, dalle sere d’aprile verrà
La gioia delle estati fedeli
E un sole sui volti profondo;Quando il silenzio sarà
Come una viva parola fecondo,E un giusto dolore con radici di quercia
Stringerà i giorni; se i giorni
Presi a noi giusti torneranno liberi;Compagni, se tutto non è finito…
- Italia 1942
Ora m’accorgo d’amarti
Italia, di salutarti
Necessaria prigione.Non per le vie dolenti, per le città
Rigate come visi umani
Non per la cenere di passione
Delle chiese, non per la voce
Dei tuoi libri lontaniMa per queste parole
Tessute di plebi, che battono
A martello nella mente,
Per questa pena presente
Che in te m’avvolge straniero.Per questa mia lingua che dico
A gravi uomini ardenti avvenire
Liberi in fermo dolore compagni.
Ora non basta nemmeno morire
Per quel tuo vano nome antico.
- Varsavia 1939
Noi non crediamo più alle vostre parole
Né a quelle che ci furono care una volta
Il nostro cuore l’ha roso la fame
Il sangue l’han bevuto le baionette.Noi non crediamo più ai dolori alle gioie
Ch’erano solo nostre ed erano sterili
La nostra vita è in mano dei fratelli
E la speranza in chi possiamo amare.Noi non crediamo più agli dèi lontani
Né agli idoli e agli spettri che ci abitano
La nostra fede è la croce della terra
Dov’è crocefisso il figliuolo dell’uomo.
- Varsavia 1944
E dopo verranno da te ancora una volta
A contarti a insegnarti a mentirti
E dopo verranno uomini senza cuore
A urlare forte libertà e giustizia.Ma tu ricorda popolo ucciso mio
Libertà è quella che i santi scolpiscono sempre
Per i deserti nelle caverne in se stessi
Statua d’Adamo faticosamente.Giustizia è quella che nel poeta sorride
Bianca vendetta di grazia sulla morte
Le mie parole che non ti dànno pane
Le mie parole per le pupille dei figli.
- Coro di deportati
Quando il ghiaccio striderà
Dentro le rive verdi e romperanno
Dai celesti d’aria amara
Nelle pozze delle carraie
Globi barbari di primaveraNoi saremo lontani.
Vorremmo tornare e guardare
Carezzare il trifoglio dei prati
Gli stipiti della casa nuova
Piangere di pietà
Dove passò nostra madreInvece saremo lontani.
Invece noi prigionieri
Rideremo senza requie
E odieremo fin dove le lame
Dei coltelli s’impugnano.
Maledetto chi ci conduceLontano sempre lontano.
***
E quando saremo tornati
L’erba pazza sarà nei cortili
E il fiato dei morti nell’aria.
Le rughe sopra le mani
La ruggine sopra i badiliE ancora saremo lontani.
Saremo ancora lontani
Dal viso che in sogno ci accoglie
Qui stanchi d’odio e d’amore.
Ma verranno nuove le mani
Come vengono nuove le foglieOra ai nostri campi lontani.
Ma la gemma s’aprirà
E la fonte parlerà come una volta.
Splenderai pietra sepolta
Nostro antico cuore umano
Scheggia cruda legge nuda
All’occhio del cielo lontano.
- Valdossola
16 ottobre 1944E il tuo fucile sopra l’erba del pascolo.
Qui siamo giunti
Siamo gli ultimi noi
Questo silenzio che cosa.Verranno ora
Verranno.E il tuo fucile nell’acqua della fontana.
Ottobre vento amaro
La nuvola è sul monte
Chi parlerà per noi.Verranno ora
Verranno.Inverno ultimo anno
Le mani cieche la fronte
E nessun grido più.
E il tuo fucile sotto la pietra di neve.Verranno ora
Verranno.
- Per un compagno ucciso
Eri ogni ora dentro la quieta letizia
Dell’uomo che ha vinto i tiranni;
Non temevi gli inganni della nostra malizia
Non chiedevi più niente al tuo amore.Sono cadute in profondo le città, dalle fosse
Ci chiedono pietà tutti perduti i morti
Ma tu levi il sorriso devotamente
Da altri tempi: e noi non piangiamo per te.Noi condurremo i passi dei nostri figli
Sopra la terra, più lieve del tuo morire
E guideremo l’amore avvenire e il canto
Dov’hai amato per noi l’ultima volta.Lo spino apre la gemma e l’acqua apre il mattino
Dentro il turchino di marzo, al nostro paese:
Io ricordo per te parole antiche d’Italia
E fissano gli amici dai vetri la sera e la neve.
- Canto degli ultimi partigiani
Sulla spalletta del ponte
Le teste degli impiccati
Nell’acqua della fonte
La bava degli impiccati.Sul lastrico del mercato
Le unghie dei fucilati
Sull’erba secca del prato
I denti dei fucilati.Mordere l’aria mordere i sassi
La nostra carne non è più d’uomini
Mordere l’aria mordere i sassi
Il nostro cuore non è più d’uomini.Ma noi s’è letta negli occhi dei morti
E sulla terra faremo libertà
Ma l’hanno stretta i pugni dei morti
La giustizia che si farà.
- Manifesto
MIO POPOLO CANAGLIA
ROTTO DI CENTO PIAGHE
MIO POPOLO ASSASSINO
MIA VERGOGNADUNQUE ORA BISOGNA
NON ESSERE PIÙ SOLI
NON ASPETTARE PIÙ
NON AVER PIÙ PAURAPOPOLO DI DOLORE
LA BOCCA PIÙ IMPURA
PUÒ OFFRIRE L’AMORE
PIÙ FORTEMIO POPOLO DI MORTE
LA MANO PIÙ FERITA
PUÒ DARE LA MISURA
PIÙ GIUSTA